Il Castello malatestiano
Già dalla fine del XII secolo, Coriano era uncentro fortificato documentato, con un ampio territorio collocato in lieve collina, dalla quale tuttora si può godere della vista del suo vastissimo e delizioso panorama immerso nella natura dell’entroterra romagnolo.
Il castello, o castrum, è una fortificazione abbastanza particolare. Non è una rocca costruita ad uso esclusivamente militare o residenziale per un unico signore, ma non ha nemmeno le dimensioni di un paese fortificato. L’impianto del castello, di cui restano imponenti le rovine su di un rialzo naturale, si trova fuori dall’attuale centro abitato moderno. Oggi sopravvive un’importante porta dotata già di un ponte levatoio e sormontata da una torre quadrangolare con stemma e tracce dei beccatelli e merlature sulla sommità. Ancora visibili sono un primo e un secondo tratto di mura, facenti parte di una cinta poligonale irregolare e una seconda porta con arco a sesto acuto.
Durante il restauro, dagli scavi del castello si sono rinvenuti notevoli resti strutturali e materiali: ceramiche, vetri, materiali metallici, armi, monete, tutti elementi che aiutano a conoscere meglio la vita all’interno del castello, allestiti in mostra in una casa del castello.
Per un certo periodo il Castello di Coriano è stato uno dei complessi fortificati più importanti della zona, grazie ai consistenti lavori di ampliamento iniziati da Roberto Malatesta nella seconda metà del Quattrocento. Roberto Malatesta modificò l’assetto dell’intera fortificazione, rifacendo il muro di cinta, ampliandone il perimetro e costruendo nuovi bastioni. La costruzione dell’attuale Rocca si colloca alla metà del XV secolo. La Rocca non fu concepita come residenza, bensì come struttura militare. Dal 1504, Coriano subì diversi passaggi di mano, prima da parte dei Veneziani, verrà poi saccheggiata e in parte distrutta dagli Spagnoli nel 1512, poi divenne possesso di papa Clemente VIII, che lo assegnò ai Fratelli Sassatelli di Imola e infine divenne possedimento del Comune di Rimini nel 1605. In seguito al terremoto del 1672 il castello riportò ingenti danni che portarono il consiglio della comunità ad intervenire con l’abbassamento delle mura, nel 1728. Nel 1805 Coriano viene dichiarato comune di terza classe ed il castello ospiterà le carceri. Le sue fortificazioni,pur gravemente danneggiate dall’incendio del 1882, sono sopravvissute al logorio del tempo e alle devastazioni subite durante la Seconda Guerra Mondiale quando, nel 1944 nello sfondamento della Linea Gotica tedesca Coriano venne rasa al suolo e ridotta a un cumulo di macerie.
Lo stemma in pietra della famiglia Sassatelli che abitò il castello tra il 1528 e il 1580, è incastonato sopra la porta di accesso del castello ed è lo stemma tuttora del Comune di Coriano:“Tre monti d’argento accostati in campo azzurro: quel di mezzo più alto cimato di cuore d’argento; due laterali sormontati da giglio d’oro; il tutto entro una corona a tre fioroni e due punte”, come risulta attualmente nel gonfalone comunale.
Il Museo "La Storia del Sic"
Inaugurata nel 2012,“La Storia del Sic” è una galleria-museo e un viaggio alla scoperta delle imprese e della gesta di Marco Simoncelli. La galleria ripercorre la storia del campione e la sua vita fuori dalle corse. Nel museo si possono ammirare moto, caschi, tute e tutto ciò che gli apparteneva.
La Galleria è sviluppata in tre sale tematiche che ripercorrono le tappe salienti della carriera di Simoncelli. Una galleria paragonabile ad un lungo viaggio all’interno della vita e delle gesta del Sic. L’obiettivo è stato quello di creare un “contatto” tra lo spettatore e il mondo di Marco.. Tutto è esposto a testimonianza di una carriera intensa. Dalle minimoto fino al 250, le moto vere. Speciali immagini fotografiche donate dai migliori fotografi del mondo delle corse completano il percorso e danno al visitatore la possibilità di rivivere i momenti indimenticabili della carriera di Marco.
Il Cimitero di guerra inglese
Costruito nell’aprile del 1945, con tombe portate dai campi di battaglia circostanti,ospita 1939 tombe di soldati di varia nazionalità (1413 britannici, 427 canadesi, 28 sudafricani, 52 neozelandesi, 8 indiani, 1 australiana, 4 di altre nazionalità, e 7 non identificati), morti soprattutto nel corso dell’ultima grande battaglia tra l’Ottava Armata e la Wehrmacht tra il 4 e il 13 settembre 1944 sul crinale di Coriano per lo sfondamento della Linea Gotica. Il cimitero è stato costruito su un terreno ceduto dall’Italia in base alle clausole del trattato di pace ed è curato per conto della Commissione delle Tombe di Guerra del Regno Unito.
Il cimitero di circa 30.000 mq è diviso in settori per facilitare la ricerca dei singoli soldati defunti. All’entrata del cimitero, nella cappellina vi è l’elenco ufficiale dei militari che furono sepolti senza distinzione di grado, reparto o religione, gli uni accanto agli altri.
La Pieve di S. Innocenza
La presenza di questo oratorio risale al 1500-1600. Si tratta di una piccola chiesa, dotata di porticato e di un piccolo campanile. Tra settecento e Ottocento la chiesa riesce a mantenere un sacerdote officiante. L’autonomia della chiesa si protrae ben oltre l’inizio del Novecento attraverso il mantenimento di un suo sacerdote che nei rapporti con la Chiesa di Monte Tauro è tenuto solo a non intralciare le prerogative proprie della parrocchiale e a svolgere la funzione di cappellano. Sempre fino a questo periodo l’oratorio conserva affreschi e immagini molto antichi ed anche paramenti ed arredi sacri che a partire dal secondo dopoguerra, periodo in cui la chiesa inizia a cadere in oblio, vengono trafugati.
L’edificio sorge su un lieve rilievo collinare ed esternamente è caratterizzata da un protiro sorretto da sei colonne bianche che introduce al portale, sul cui architrave è incisa la frase “Matri Consolatjonis Dicata”. Il campanile a vela che conclude l’edificio fu costruito tra il 1884 e 1885. L’interno ad aula unica è armonioso e proporzionato. Al centro dell’altare è collocato un dipinto con la “Vergine e il Bambino”, mentre nella parete di sinistra trova posto un dipinto di buona fattura raffigurante Sant’Antonio Abate.
I sentieri in collina
Coriano è la patria della bicicletta, degli amanti del ciclo turismo e della mountain bike, del trekking e delle passeggiate a cavallo.
Gli amanti della bicicletta possono percorrere percorsi sia verso la costa adriatica di Rimini e Riccione sia verso la zona collinare e montana dell’interno verso le Marche. A questi meravigliosi itinerari ciclistici possono partecipare tutti, adulti e bambini, visto che i percorsi si differenziano per difficoltà lieve o moderata. Ci sono poi i percorsi particolarmente difficili adatti a chi è più allenato. Si possono percorrere distanze brevi o anche lunghe, fino a oltre 100 km. Anche i dislivelli sono variabili. Per chi ama la difficoltà ci sono posti collinari e montuosi che arrivano anche a un’altitudine di 1400 m (il monte Carpegna, reso famoso da Pantani) Gli itinerari sono molto vari e spaziano presso città del circondario come la valle dei Montefeltro, San Leo, l’itinerario del Cippo, quello alla scoperta dei tanti castelli malatestiani, il giro delle tre regioni Romagna - Marche - Toscana, la celebre Nove Colli, gli itinerari tra mare e collina, il sentiero delle cantine, il percorso lungo i crinali della Linea Gotica e tanti altri.
I percorsi trekking, lungo il fiume e sulle colline, ciascuno con una sua storia e con precise caratteristiche tecniche, sono adatti a tutti, dai grandi ai più piccoli. I percorsi sono stati inoltre disegnati per conoscere meglio e apprezzare le bellezze naturalistiche e paesaggistiche del territorio comunale.