Giuseppe Verdi, il Maestro, uno dei più grandi compositori al mondo.
Molto è stato raccontato sulla sua figura, sulle 27 opere che musicò - specialmente la cosiddetta “trilogia popolare” del Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata - e sul suo impegno politico nell’Italia del Risorgimento. Forse meno noto però è il legame del compositore con le sue terre d’origine, quella provincia emiliana in cui crebbe e a cui fece sempre ritorno.
Verdi nacque nel 1813 in un paesino a circa 35 km da Parma, Roncole di Busseto, da una famiglia di commercianti originari del piacentino. In questi luoghi il giovane Giuseppe intraprese gli studi di pianoforte e organo, e mosse i primi passi nella composizione.
Alla cittadina di Busseto si intreccia anche la sua sfera sentimentale. Proprio qui infatti conobbe la sua prima moglie, Margherita Barezzi, e convisse con la futura seconda sposa, la soprano Giuseppina Strepponi.
Per ricostruire la storia dei luoghi che tanto hanno significato nella vita del maestro è nato l’itinerario dei luoghi verdiani: un viaggio tra dimore, musei, teatri e biblioteche pensato per gli amanti dell’opera di Verdi, rappresentata ogni anno durante il Festival Verdi al Teatro Regio di Parma.
Ma anche un’occasione per chi desidera approfondire il legame indissolubile fra l’Emilia Romagna e la musica, attraverso le vicende di uno dei suoi massimi esponenti.
Fulcro dell’itinerario sono le quattro case legate alla vita del compositore, prima fra tutte Villa Verdi, situata nella campagna di Sant’Agata di Villanova d'Arda non distante da Busseto. Questa casa fu acquistata da Verdi nel 1848 con l’intento di destinarla ai suoi genitori. Tuttavia, in seguito alla morte della madre, venne abitata direttamente da lui assieme alla compagna Giuseppina.
Villa Verdi divenne così il buen retiro del maestro, che qui faceva ritorno fra un viaggio e l’altro per riposarsi e dedicarsi a un’altra delle sue passioni, l’agricoltura. Nel percorso di visita si scoprono gli arredi originali della casa, come quelli della camera da letto-studio di Verdi e della stanza d’hotel di Milano in cui morì nel 1901.
Ritornando indietro nel tempo, a Busseto troviamo altri tre luoghi legati alla vita del compositore. Anzitutto la sua casa natale a Roncole, che ospita un percorso multimediale da esplorare con tablet e cuffie guidati dalla voce di Verdi bambino, e comprende videoproiezioni di ombre e immagini, suoni binaurali in tre dimensioni e un’app dedicata.
C’è poi la Casa Barezzi, di proprietà dell’omonimo mecenate che diede ospitalità al giovane Verdi e gli permise di intraprendere gli studi a Milano. In questa dimora suonò per la prima volta in pubblico all’interno del salone, sede della Società Filarmonica Bussetana, e conobbe inoltre la sua futura sposa Margherita, figlia di Barezzi.
Infine, a Busseto sorge anche la casa che destò scandalo per i benpensanti dell’epoca: Palazzo Orlandi, oggi non visitabile. In questo luogo Verdi convisse con la Strepponi fra il 1848 e il 1851, che ancora non aveva preso in moglie, e scrisse le opere Luisa Miller, Stiffelio e Rigoletto.
Da non perdere il Museo Nazionale Giuseppe Verdi, ospitato all’interno dell’affascinante Villa Pallavicino.