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Bagnacavallo

Collocata nell’entroterra ravennate, a pochi chilometri dal mare Adriatico e dai primi rilievi dell’Appennino Romagnolo, Bagnacavallo gode di una posizione strategica dalla quale si raggiungono agevolmente il Parco del Delta del Po e le città di Ravenna, Faenza, Bologna, Ferrara.


Perché visitarla

Città d’arte nel cuore della Romagna, Bagnacavallo è una delle mete turistiche più interessanti del ravennate. Il borgo conserva l’antico nucleo storico costruito su una originale pianta medievale, unica nel territorio romagnolo, con singolare struttura sinuosa, lunghe vie porticate di bell’effetto e un gran numero di palazzi nobiliari ed edifici religiosi.
È una città da vivere insieme per scoprire lentamente la sua anima autentica e lasciarsi sedurre dalla accoglienza del territorio. L’ospitalità è impareggiabile, l’amore e il rispetto per la natura, un modo di vivere, l’arte, la cultura e l’enogastronomia sono il grande patrimonio di questa terra.


Quando andarci e cosa vedere

Tutto l’anno è possibile godere dell’ospitale atmosfera di Bagnacavallo. La città riserva infatti molte sorprese.
Tra i monumenti più famosi, la Pieve di San Pietro in Sylvis, una delle meglio conservate in Romagna. Posta fra le tappe sulla Via dei Romei, la Pieve risale al VII secolo e custodisce importanti affreschi trecenteschi di scuola riminese.

L’edificio più caratteristico, quasi unico nel suo genere per originalità ed eleganza è, senza dubbio, Piazza Nuova.
Di impianto ovale e porticata, la piazza risale al 1758. Fu costruita come luogo per la vendita di carne, pesce, olio. Recentemente ristrutturata, ospita un’osteria tipica e alcune botteghe artigiane.

Tra i personaggi illustri della città, oltre a Tommaso Garzoni, Leo Longanesi, Stefano Pelloni, detto il Passatore, va ricordato Bartolomeo Ramenghi, detto il Bagnacavallo. Dell’artista, la pinacoteca comunale conserva la pala d'altare con la "Madonna col Bambino e i santi Michele, Francesco, Pietro e Giovanni" e lo "Sposalizio mistico di Santa Caterina", mentre nel presbiterio della Collegiata di San Michele Arcangelo si trova la pala d'altare raffigurante "Cristo su trono di nubi coi santi Michele Arcangelo, Giovanni Battista, Bernardino e Pietro Apostolo".

Fra le curiosità del borgo, meritano una visita il Giardino dei Semplici, il Vicolo degli amori e il Gabinetto delle Stampe al Museo Civico delle Cappuccine.

In piazza della Libertà, di fianco al Palazzo comunale, s’incontra il Teatro Goldoni, definito dalla stampa “una Scala in miniatura” per la sua bellezza. Da novembre ad aprile, il suo cartellone spazia dal teatro per ragazzi al grande teatro di prosa, al teatro contemporaneo e di ricerca, dal comico alla musica d’autore, con importanti prime e anteprime nazionali.

A pochi passi dalla piazza sorge l'Antico Convento di San Francesco. Edificato nel XIII secolo, il complesso conventuale fu rimaneggiato più volte e in parte ricostruito alla fine del Settecento. Ospita un albergo e alcune sale pubbliche, tra cui il "solaio grande" detto anche Sala delle Capriate, la Sala Oriani, ovvero il “refettorio nuovo” dei francescani, ultimato nel 1766 circondato da scranni lignei che custodisce dipinti di pregio. Oggi questi spazi, insieme allo scalone monumentale e alle salette garzoniane, sono utilizzati per mostre, convegni, seminari, eventi letterari ed enogastronomici.


Da non perdere

Tutte da godere sono poi le atmosfere cinematografiche del borgo. Una naturale musicalità emana dagli spazi, dai palazzi, dalle chiese, una sorta di predisposizione alla macchina da presa. Per questo, molti registi l’hanno scelto come set, già dal 1962 quando De Sica vi girò La Riffa. Da allora, a Bagnacavallo è stato girato tanto cinema italiano.


Sulla tavola

Vini, aceti, distillati, saba, miele, carni e dolci sono il paniere de “Il Bagnacavallo”, consorzio nato per la valorizzazione delle tipicità.
Il rosso Bursôn, ricavato da un vitigno antico, unico e autoctono, ne è la perla.
Ci sono poi i passiti, ideali da accompagnare alle leccornie proposte da forni e pasticcerie, tra settembre e ottobre, tra cui: sugal, dolce di mosto, savòr con mele e pere cotogne, mistochine, piadot e il dolce di San Michele dalla ricetta segreta.


Per divertirsi

Gli itinerari ciclo-turistici alla scoperta del territorio sono un vero spasso. L’ampia e fertile pianura è caratterizzata da pievi, oratori, ville padronali, case coloniche, rocche e palazzi nobiliari. Qui, anche l’alternarsi delle stagioni è uno spettacolo, con le opulente fioriture primaverili e il ritorno degli uccelli, le calde sfumature estive, il profumo del mosto in autunno, la nebbia e la bianca brina che d’inverno regalano atmosfere oniriche.


Appuntamenti di rilievo

Da metà maggio ai primi di giugno al Podere Pantaleone si svolgono le suggestive visite guidate notturne "Di notte tra gufi, lucciole e pipistrelli".
L'estate è ricca di appuntamenti musicali e gastronomici e a settembre si tengono l’antichissima "Festa di San Michele" (dal 1202) e la "Sagra delle Erbe Palustri" nella vicina Villanova.


Nei dintorni

A 1 km dal centro storico, s’incontra il Podere Pantaleone, un’area di riequilibrio ecologico di circa sei ettari. Nell’area da tempo incolta, la flora e la fauna tipiche di pianura si sono sviluppate liberamente dando vita ad un habitat di grande interesse ambientale, testimonianza della vecchia campagna romagnola.

A Villanova (7 km), l’Ecomuseo delle Erbe Palustri recupera e conserva un patrimonio tradizionale fatto di incastri, intrecci, trame, torsioni e filature; custodisce oltre 2000 reperti che evidenziano il rapporto tra l’uomo e la valle. Nel suo etnoparco sono ricostruite le principali tipologie di capanni: quello classico romagnolo, il capanno cantina e la cavâna (ricovero per barche) con lo stagno.

Ultimo aggiornamento 14/03/2024
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