Sarsina, a circa 30 chilometri a sud di Cesena, è adagiata su un terrazzo fluviale disegnato dal fiume Savio: un importante asse naturale di collegamento tra la pianura Padana e la costa adriatica a nord, il Casentino e la Val Tiberina a sud.
Sarsina è indubbiamente una delle città più ricche di arte, cultura e religiosità della Romagna.
Sarsina custodisce, all’interno del suo Museo Archeologico Nazionale e distribuiti nel centro storico, alcuni dei più originali ed interessanti reperti archeologici dell’Italia Settentrionale.
È la città che ha dato i natali a Tito Maccio Plauto: il più grande commediografo latino, il gigante che torreggia ai primordi della letteratura latina, il padre della commedia occidentale.
Conserva inoltre le spoglie di San Vicinio, il suo patrono e primo Vescovo, con la sua taumaturgica “catena”.
Sarsina costituisce, altresì, la porta di accesso all’alta Valle del Savio, con le sue eccellenze ambientali quali il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e il Monte Fumaiolo, nel quale si trovano le sorgenti del Tevere, e il sito di interesse comunitario Careste presso Sarsina.
Qualche cenno storico importante.
Nel IV sec. a.C. popolazioni Umbre, già presenti nella vallata fin dal VI secolo, diedero vita al primo insediamento stabile sull'area dell'odierna città.
Nel 266 a.C., dopo due impegnative campagne militari, l’allora Sassina fu sottomessa dai Romani, che comunque garantirono alla città una certa autonomia, conferendole lo statuto di Civitas Foederata (città alleata).
È in questo periodo (255-251 a.C.) che si colloca la nascita del grande commediografo e poeta Tito Maccio Plauto.
Nei decenni centrali del I sec.a.C, la città, ormai integrata nello stato romano come Municipium, fu riorganizzata sul piano urbanistico ed architettonico, venendo anche dotata di una solida cinta di mura.
All'età augustea risale l'inserimento del municipio nella circoscrizione amministrativa della Regio VI (Umbria) anziché nella Regio VIII (Emilia), a conferma della sua origine Umbra.
In età imperiale, fino al III sec.d.C., Sarsina ebbe un notevole sviluppo, basato su una solida economia silvo-pastorale e sui rapporti commerciali instaurati col porto di Ravenna.
Fra il III e il IV sec. ebbe il suo primo vescovo, Vicinio, poi divenuto santo patrono della Città.
Nel X secolo venne eretta la Cattedrale romanica che funse da nucleo attorno al quale continuò a gravitare la città.
L’offerta culturale di Sarsina è assai ricca e diversificata durante tutto l’anno.
Il suo vasto territorio comunale è puntellato, qua e là, di castelli e di pievi, di cascate e di sentieri, di fauna e flora selvatica.
La sua orografia, assai impervia, ha consentito che del suo territorio si conservasse l’aspetto più genuino e selvaggio.
Nei mesi invernali potrete effettuare lunghe camminate lungo il Cammino di San Vicinio, nel silenzio di spazi incontaminati potrete anche ritrovare voi stessi.
In primavera sarete accolti dal profumo della Pagnotta di Pasqua, un dolce tipico quaresimale e pasquale di Sarsina frutto della più genuina e originale cucina contadina.
Con l’arrivo dell’estate, quando il caldo estivo ci fa desiderare un po’ di refrigerio e più faticose sono le lunghe camminate sul Cammino di San Vicinio, è d’uopo trovare un po’ di ristoro all’Arena Plautina nelle serate del Plautus Festival e negli altri eventi che in essa vengono organizzati: senza dimenticare la tradizionale Festa Romana durante la quale Sarsina si riveste degli antichi abiti romani.
Poi, con l’arrivo dei mesi autunnali, protagoniste diventano le castagne: una volta “pane dei poveri”, ora considerate una vera leccornia per il loro profumo, la versatilità e le caratteristiche nutrizionali.
Con il rosso colore dei suoi mattoni, la Basilica Cattedrale di San Vicinio è in grado di accogliere tutto l’anno i turisti e i pellegrini, con il silenzioso abbraccio delle sue possenti colonne e con la pace ricevuta dalla benedizione con la “catena” di San Vicinio.
Nei numerosi ristoranti e osterie presenti a Sarsina si può gustare la tradizionale piadina romagnola, i “gusùn” (guscioni), i passatelli in brodo, la “salsiccia matta”, il bustrengo, insieme agli altri piatti tipici della cucina Romagnola.
Per chi si vuole tenere in forma proprio da Sarsina parte uno dei più estesi e meglio segnalati “cammini” d’Italia: il Cammino di San Vicinio.
Composto da oltre 14 tappe, oltre a “bretelle” e percorsi secondari e di raccordo, il Cammino di San Vicinio si dipana principalmente lungo la valle del Savio, su entrambe le sue sponde, fino a giungere nel Casentino, all’Eremo di Camaldoli, e nell’alta valle del Tevere, al convento de La Verna. Caratteristica peculiare, ed unica, del Cammino di San Vicinio è l’essere stato disegnato recuperando antichi sentieri e mulattiere per offrire al camminatore non la strada più breve fra le due località da congiungere, ma il percorso più naturale, più selvaggio, più autentico.
L’intero territorio di Sarsina è poi assai frequentato da cicloturisti e appassionati di mountain bike. Particolarmente percorsi da questi ultimi i sentieri che si dispiegano nella valle del Rio Montalto, fino al Sito d’Interesse Comunitario Careste presso Sarsina.
Il saliscendi delle numerose strade che attraversano il suo territorio è stato il luogo privilegiato di allenamento di Marco Pantani, le cui origini sono proprio a Sarsina.
Sagra della Pagnotta Pasquale: si svolge ogni anno nelle due domeniche precedenti la Pasqua. Per l’occasione è possibile acquistare la Pagnotta preparata dai forni locali e frequentare il suggestivo mercato con prodotti tipici della locale enogastronomia.
Festa Romana: si svolge da quasi vent’anni ogni secondo sabato del mese di luglio. In questa giornata l’antica civitas “indossa” gli abiti degli antichi romani che per secoli ne hanno calcato il Foro e le vie.
Lungo le strade del centro storico si potrà gustare la tipica cucina di 2000 anni fa preparata dai migliori ristoranti del paese, ascoltare dai maghi le premonizioni degli dei, recuperare profumi, spezie e colori di un antico mercato.
Costumi, musiche e danze vi riporteranno indietro nel tempo e potrete banchettare in compagnia di Bacco e Venere.
Plautus Festival: il Plautus Festival, la cui prima edizione risale all’ormai lontano 1956, è indubbiamente uno dei più importanti e longevi festival teatrali d’Europa. La sua mission è di onorare l’illustre sarsinate Tito Maccio Plauto, e con esso l’antica e nobile arte del teatro con una particolare attenzione verso il repertorio tratto dal dramma antico.
Il Plautus Festival si svolge, nei mesi di luglio e agosto, all’interno dell’Arena Plautina: una moderna e funzionale struttura all’aperto ricavata in un dolce declivio posto ai piedi del borgo medioevale di Calbano (da visitare).
Ogni anno le sue scene sono calcate dai più noti attori delle scene teatrali e cinematografiche italiane.
I mesi estivi sono chiusi dalla festa di San Vicinio, il 28 agosto, che ogni anno richiama migliaia di turisti e pellegrini per il suo ricco calendario di eventi religiosi e civili e per il tradizionale e originale spettacolo pirotecnico.
In autunno sarebbe un peccato rinunciare alle due Sagre delle Castagne che si svolgono a Ranchio, seconda domenica di ottobre, e a Pieve di Rivoschio, terza domenica di ottobre.
Il territorio del Comune di Sarsina, per merito della sua vastità, presenta una molteplicità di proposte in grado di soddisfare le più varie esigenze.
Il vicino borgo di Calbano chiuso a fortezza nel medioevo sa offrire al visitatore immagini e sensazioni di tempi lontani.
Lungo l’asta fluviale del fiume Savio, percorrendo la strada provinciale che la congiunge a Bagno di Romagna, è certamente da visitare il Castello di Casalecchio: maniero di proprietà privata visitabile su appuntamento.
A circa sette chilometri da Sarsina si trova il Lago di Quarto, un paradiso naturalistico.
Il lago, creatosi nel XIX secolo a seguito di una frana, è una delle zone umide collinari più interessanti della Romagna per la straordinaria ricchezza di flora e fauna.
Per visitarlo si può percorrere un suggestivo itinerario ad anello, da fare a piedi, che permette di esplorarne gli ambienti più nascosti e spettacolari, dal bordo lago a tratti di foresta allagata o di canneto, da attraversare grazie a guadi in massi ciclopici, a passerelle in legno e antiche arginature recuperate come zattere galleggianti, nel rispetto della fauna e del delicato ecosistema presente.
Oltre all’anello del lago, riqualificato nel 2022, ben segnalato e tematizzato grazie a dieci punti tappa, sono allestiti due pontili, punti di imbarco per le attività sull’acqua, percorsi in bicicletta segnalati e punti per la pratica del birdwatching.
Risalendo la strada che costeggia il fiume Para, che ad esso si congiunge nella sua sponda destra, si arriva al suggestivo borgo La Para e più su ancora a Castel d’Alfero: borgo contadino che conserva intatte le architetture dei secoli scorsi, per questo location privilegiata per set cinematografici.
Spostandoci nella parallela valle del Borello merita una visita il suggestivo borgo di Ranchio panoramicamente situato su un massiccio sperone di pietra arenaria.