L’Itinerario: Firenze (0 km), Pontassieve (10 km), Rufina (18 km), Dicomano (28 km), San Godenzo (39 km), Valico dei Tre Faggi (50 km), Premilcuore (64 km), Strada San Zeno (75 km), Galeata (80 km), Santa Sofia (87 km), Passo del Carnaio (99 km), San Piero in Bagno (103 km), Sarsina (122 km), Mercato Saraceno (130 km), Passo del Borbotto (136 km), Perticara (140 km), Secchiano (151 km), San Leo (157 km), San Marino (180 km), Rimini (206 km)
Durata: 48 ore
Lunghezza totale: km 206
Difficoltà: facile
Quando partire: da marzo a novembre
Moto: qualsiasi
C’è qualcosa di magico nell’immaginare di percorrere in moto il tracciato della prima tappa del Tour de France 2024, un viaggio che parte dal cuore di Firenze e si snoda tra le colline dell’Appennino fino al mare di Rimini. Un percorso di 200 km che non è solo una sfida per i ciclisti, ma un’esperienza indimenticabile per chi ama la strada e i paesaggi.
Il viaggio inizia al Parco delle Cascine, dove il rumore del motore si mescola al silenzio di un luogo ancora tranquillo, lontano dal caos dell’evento. Parcheggiata la moto, ci si perde tra i vicoli di Firenze, tra Piazza della Repubblica e il Ponte Vecchio, mentre il Duomo svetta maestoso all’orizzonte. Una breve salita porta al Piazzale Michelangelo, da cui la città si mostra in tutta la sua bellezza. È qui che si accende la voglia di partire, di lasciarsi alle spalle il fascino rinascimentale per immergersi nella natura. Da Firenze si scende verso Bagno a Ripoli, dove inizia ufficialmente il percorso. La strada costeggia l’Arno, regalando curve morbide e panorami rilassanti. Dopo Pontassieve, si abbandona il fiume per risalire la Sieve, seguendo un antico proverbio: “Arno non cresce se Sieve non mesce”. La moto sembra volare tra le curve sempre più impegnative man a mano che ci si avvicina al Passo del Muraglione, uno dei luoghi motociclistici più iconici dell’Appennino.
A 907 metri di altitudine, il Muraglione è un’icona motociclistica con la sua storia legata al Granduca Leopoldo II. La SS67, con le sue curve sinuose e i tornanti invitanti, è un piacere per chi guida. A una manciata di chilometri dalla sommità ecco la deviazione sulla SP9ter che, seguendo il corso del fiume Rabbi, scende verso il borgo medioevale di Premilcuore, portandoci nel cuore della Romagna. La strada che ci accompagna ora per una ventina di chilometri, col suo asfalto appena rifatto in occasione della grande corsa, è a dir poco perfetta fino all’arrivo. Premilcuore è un antico borgo murato le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che, lungo il corso del Rabbi, nasconde di due luoghi selvaggi e unici, magici: la cascata della Sega, nei pressi del paese, e solo qualche km di distanza in località Giumella, quella della Grotta Urlante.
E’ seguendo il corso del fiume che, in una quindicina di km, si è a Strada San Zeno da dove la strada delle Forche, parte di quella "Traversa di Romagna" che il Granduca Francesco Leopoldo II volle per collegare Bagno di Romagna e Rocca San Casciano nel 1836, si innalza. Si svalica così il monte per arrivare fino a Galeata, sulla valle del Bidente, già colorata dal giallo della corsa. E’ lungo questo antico tracciato che il Tour toccherà Santa Sofia per giungere sulle belle curve del Passo del Carnaio a San Piero in Bagno e sulla valle del Savio.
Il viaggio prosegue verso Bagno di Romagna, famosa per le sue terme romane. Da qui, superata San Piero in Bagno, il tracciato segue il fiume Savio fino a toccare Sarsina e poi Mercato Saraceno dove, oltrepassato il fiume, ci aspetta la salita più impegnativa: il Borbotto. Con pendenze fino al 18%, è una sfida che mette alla prova moto e pilota. In cima, una targa ricorda Marco Pantani, il “Pirata” che su queste strade preparava le sue leggendarie imprese.
Dopo Perticara e Novafeltria, il profilo di San Leo con la magnificenza della sua rocca voluta da Federico da Montefeltro domina il paesaggio. La strada si fa più stretta e sinuosa, con tornanti riasfaltati che conducono ora verso San Marino, l’antica Terra della Libertà. Qui, l’aria si fa più fresca e il silenzio regna sovrano, lontano dal caos del centro turistico, ma ecco infine, la discesa verso Rimini che regala la prima vista del mare, un’emozione che scalda il cuore dopo tanti chilometri.
Dai 684 metri d’altezza la lingua lunga e blu del mare che ora si staglia all’orizzonte non è più quel sogno che le corsie veloci della superstrada in discesa contribuiscono ad avvicinare. Arrivare a Rimini è come chiudere un cerchio partito lungarno dal cuore del Rinascimento per arrivare al mare, passando per borghi antichi, passi leggendari e strade che sembrano fatte apposta per chi ama viaggiare in moto. Non è solo un percorso, ma un’esperienza che rimane dentro con il ricordo della bellezza che ci ha accompagnato fin qui sulle curve dell’Appennino, con il piacere di scoprire che amanti della bicicletta e della moto, oltre alle due ruote, hanno qualcosa in più da condividere.