Itinerario: Bellaria - Igea Marina (km 0), San Vito (km 12), Savignano sul Rubicone (km 16), Longiano (km 23), Sogliano al Rubicone (km 37), Perticara (km 60), San Leo (km 78), Faetano (km 100), Montescudo (km 104), Montefiore (km 115), Saludecio (km 126), Mondaino (km 130)
Durata: 36 ore
Lunghezza totale: km 130
Difficoltà: facile
Quando partire: da fine marzo a tutto novembre
Moto: tutte
Il nostro viaggio inizia dove le acque del fiume Uso si confondono in un abbraccio con il blu intenso del Mar Adriatico. Dal lato di sinistra del porto si stende la città di Bellaria, dall’altro Igea Marina, la località che all’inizio del ‘900 il medico riminese Vittorio Belli battezzò con il nome della figlia di Asclepio, dio della medicina, ispirandosi alla vocazione balneoterapica di questo centro sorto ex novo sulle dune sabbiose tra l’Uso e Torre Pedrera.
Lasciandoci alle spalle il fascino delle colorate imbarcazioni della marineria bellariese, ci dirigiamo verso l’entroterra. Dopo pochi chilometri, lasciata la statale per seguire le stradine secondarie dell’interno, ci imbattiamo nel Castello Benelli, situato nella campagna di Bordonchio, su terreni un tempo appartenuti alla famiglia dei Principi Torlonia.
Riprendiamo il nostro percorso in moto lungo gli argini del fiume Uso, fino a incrociare la Vecchia Via Emilia. Questo antico tracciato, che un tempo collegava Rimini a Piacenza, attraversava alcune delle città più importanti della regione, come Forlì, Bologna, Modena e Parma. È qui che, in vicinanza della bellissima pieve, si trova ciò che resta del ponte medievale di San Vito, di origine romana, del quale oggi sopravvive una sola arcata. Molti storici sostengono che proprio sotto queste arcate scorresse il “vero” Rubicone, il fiume che Cesare attraversò il 10 gennaio del 49 a.C. dando inizio alla sua marcia su Roma. Un dibattito ancora aperto, che aggiunge fascino a questo luogo carico di storia.
Proseguiamo verso Villa Torlonia, nota anche come “La Torre”, immersa nella campagna romagnola. Questa residenza, un tempo parte dei possedimenti rurali dei Principi di Torlonia, è legata indissolubilmente alla poetica di Giovanni Pascoli. Qui, infatti, il poeta vide tornare la fedele “cavallina storna” che riportò a casa il padre Ruggero, assassinato mentre rientrava dal mercato di Cesena. La villa, circondata da paesaggi lineari e suggestivi, è un luogo che racconta storie antiche e affascinanti.
Il nostro viaggio continua ora verso Savignano sul Rubicone, per poi raggiungere Longiano, un borgo medievale arroccato su una collina e dominato dal suo castello malatestiano. Longiano, nato come roccaforte militare contro le incursioni longobarde, è un gioiello di storia e architettura. Da qui, ci spostiamo verso Roncofreddo, un paese che, nonostante i segni lasciati dal passaggio del fronte durante la Seconda Guerra Mondiale, conserva un’atmosfera unica.
È seguendo i 18 tornanti della Cioca che dal fiume risaliamo a Sogliano sul Rubicone per incontrare il Formaggio di Fossa di Sogliano sul Rubicone DOP, un prodotto caseario dalle origini medievali. La tradizione vuole che i contadini, per proteggere il formaggio dalle razzie degli eserciti, lo nascondessero nelle fosse di arenaria tipiche di questi luoghi. Oggi, il processo di infossatura è regolato da un disciplinare rigoroso: le fosse vengono preparate con paglia di grano e sigillate con legno e malta, permettendo al formaggio di stagionare per 80-100 giorni. Il risultato è un prodotto dal sapore intenso e unico, celebrato ogni anno nel mese di novembre durante le sagre di Sogliano sul Rubicone, Talamello e Mondaino.
Proseguiamo verso Talamello, dove il formaggio di fossa prende il nome di “Ambra”, ispirato dal poeta Tonino Guerra. Qui, le fosse storiche continuano a custodire il segreto di una tradizione secolare. Infine, raggiungiamo Mondaino, meta finale del nostro viaggio. Questo borgo, con le sue fosse malatestiane risalenti al XIV secolo, rappresenta il culmine di un percorso tra storia, natura e gusto. Le fosse, scavate nella roccia d’arenaria, sono state recuperate e valorizzate dai fratelli Chiaretti, che hanno ridato vita a un’antica tradizione che, sulla piazza loggiata del paese, ai piedi dell’antica rocca malatestiana, ogni anno a novembre con una grande festa trova il meritato momento di tripudio.